Quando gli dei erano tanti
𝐐𝐔𝐀𝐍𝐃𝐎 𝐆𝐋𝐈 𝐃𝐄𝐈 𝐄𝐑𝐀𝐍𝐎 𝐓𝐀𝐍𝐓𝐈
𝐃𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐂𝐚𝐥𝐚𝐬𝐬𝐨
• 25 giugno a Veleia
biglietti in prevendita qui
inizio spettacolo ore 21.30
Festival di Teatro Antico di Veleia, Area Archeologica di Veleia Romana, Lugagnano Val d’Arda (PC)
• 2 luglio a Milano
biglietti in prevendita qui
inizio spettacolo ore 20.45
Da vicino nessuno è normale, Olinda Onlus, Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini
di e con Marco Baliani
regia Maria Maglietta
organizzazione Ilenia Carrone
produzione Casa degli alfieri
grafica Carlo Gazzi
Come Ismaele nell’incipit del Moby Dick di Melville, quando l’orizzonte si incupisce e la percezione del mondo mi si offusca, è tempo di salpare, di uscire dalla gabbia dei giorni per aprirsi verso l’ignoto.
E se il mare oceano non è lì a portata di corpo, le pagine di Roberto Calasso mi faranno viaggiare lo stesso, salpando in altri lidi.
Questo spettacolo nasce dal desiderio di intrecciare quelle narrazioni mitiche che nel tempo sono affiorate sulla superficie del mio mare e che stanno lì come isole su cui è sempre possibile tornare ad abbeverarsi e nutrirsi.
Ma l’oralità del mio narrare non si esaurisce nell’offrire la visione o meglio l’ascolto di quei territori numinosi e misteriosi.
Ognuno di quei miti racchiude altre strade, un susseguirsi di rimandi, di crocicchio in crocicchio, verso altre mappe immaginative, mappe che si possono percorrere.
Ognuna di quelle strade illumina anche esperienze del mio vivere, i crocicchi della mia esistenza, quelle “linee d’ombra” che segnano i passaggi generazionali. Così il racconto apre a pensieri imprevisti, a sorprese della percezione, che riguardano il nostro presente, che rimettono in gioco la memoria e allacciano il racconto ad altre narrazioni, a incontri con altre opere, in un dialogo con altri artisti. Quello che ne esce è una mappa di eventi da percorrere nello stupore, e nell’incantamento della voce che li fa rivivere.
Grotte, boschi, mari, scogli, la natura tutta parla con le voci potenti degli Dei che l’hanno abitata, e che sono ancora lì, nascosti alla nostra vista assetata solo di merci e votata al consumo della natura stessa.
Sono ancora lì anche quando ai boschi si sostituisce l’intrico di una metropoli, o di strade brulicanti di esistenze in corsa. Anche lì, a saperle ascoltare, ci sono voci antiche che ci parlano.
Sono ancora lì a ricordarci del tempo in cui il frondire delle foglie aveva una voce, un ascolto e una necessità.
Mi piacerebbe con questo spettacolo ritrovare quell’ascolto.
(Marco Baliani, note di regia)