Insight Lucrezia
da una scrittura originale di Antonella Cilento
con Nunzia Antonino e Adriana Gallo
con Ensemble Orfeo Futuro: Luciana Elizondo, Giovanni Rota, Pino Petrella, Gioacchino De Padova, Gianvincenzo Cresta
assistente alla regia Antonella Ruggiero
spazio scenico Bruno Soriato
costumi Luigi Spezzacatene
composizioni originali ed elettronica Gianvincenzo Cresta
regia Carlo Bruni
una produzione Linea D’Onda – Orfeo Futuro
realizzata con la collaborazione di Cantieri Teatrali Koreja – l’Amoros- Kuziba Teatro
sistema Garibaldi progetto teatrale di rete – Circolo dei lettori/Presidio del libro di Bisceglie
Musiche
Diego Ortiz: Passamezzo Antico (1553); Juan del Encina: Mas Vale Trocar (1520); Antoin de Busnois: Fortuna Desperata (1480); Anonimo: Si la noche haze escura (dal Cancionerio de Uppsala, sec. XVI); Anonimo: Con que la Lavaré (idem); Andrea Falconieri: Suave Melodia e sua Corrente (1630).
La scena fantasmatica evoca la festa di nozze di Lucrezia Borgia con Alfonso D’Este a Ferrara.
La preparazione, il rituale, i rapporti con gli invitati favoriscono una ricognizione della sua vita.
L’ambiente è caratterizzato dalla presenza di un trono che suggerisce anche la funzione di
confessionale, ma davanti una ribalta evoca evidentemente il Teatro, con orchestra di musici
annessa per completare la rappresentazione del già avvenuto. La musica non “accompagna”,
interagisce e talvolta interferisce: si manifesta nella presenza in “buca” dei musici, eppure anch’essa
abita Lucrezia, le sta dentro.
Lucrezia, condannata a recitare una parte, è pegno di guerra ma anche inarrestabile soldato in
politica: tutta la sua vita di donna, di figlia, moglie, amante e madre “fattrice”, la schiaccia in un
destino femminile che le sta stretto ma cui non può sfuggire.
Ricordi e relazioni scorrono nel suo discorrere con i fantasmi della serata.
Dentro Lucrezia si agitano voci, presagi, immagini di eventi futuri: l’incontro con la competitiva
cognata Isabella, marchesa di Mantova, i precedenti mariti: Giovanni da Pesaro e Alonso di
Bisceglie, la presenza ingombrante del padre, papa Alessandro VI, e del Valentino, suo fratello
Cesare Borgia.
La festa si svolge fra infinite portate e rappresentazioni teatrali.
Dall’infanzia alla maturità, scorrono le ossessioni di Lucrezia: l’uccisione del fratello Juan, le relazioni
forzate e quelle amate, i figli, perduti e avuti. “Gravidanze” destinate al fallimento. L’abito indossato
per affrontarla fa presto sentire il suo peso: quell’insopportabile peso del potere che subisce ed
esercita nel tentativo disperato di scrollarsi di dosso il pregiudizio o semplicemente la colpa d’essere
se stessa.