Arte visiva

Racconti dell’uomo dal cappello di paglia

Storie o forse sogni, nati di notte, fissati in fretta per non farli evaporare con il sorgere del sole del mattino.

di e con Antonio Catalano

Casa degli Alfieri / Universi Sensibili

Queste di Antonio sono storie di vecchie e di vecchi, di bambine e bambini. Di vecchie che danzano o che raccolgono fiori, di vecchi che lasciano nel salvadanaio piccole ma importanti eredità. Ma sono anche storie di farmacisti, di lune nel pozzo e di giraffe che, sole, riescono a vedere al di là dell’alto muro dello zoo… anche se poi non raccontano veramente quello che vedono agli altri animali.

Storie che raccontano di frate Silvano e delle sue differenti preghiere, di innamorati singolari, ma anche dei gemelli Piripicchio; oppure di paesi immaginifici: il paese dei come va, o il paese degli starnuti…

Storie che sono una Spoon River di persone e personaggi conosciuti da Antonio durante i suoi vagabondaggi teatrali per tanti borghi e città d’Italia e del mondo; vite che riappaiono dalle nebbie del passato; che, pur trasformandosi, mantengono intatta la meraviglia degli incontri avvenuti.

Storie o forse sogni, nati di notte, fissati in fretta per non farli evaporare con il sorgere del sole del mattino.

Sogni per tentare, forse inutilmente di fronte all’inesorabile avanzare dell’oblio, di far memoria; far memoria di vecchi che si ostinano a sentirsi bambini; che portano addosso rughe profonde, cicatrici antiche e recenti, in grado però di raccontare ancora di desideri non sopiti.

Storie da leggere e rileggere fino a quando i mondi raccontati si aprono, così puoi entrarci, reinventarli, farli vivere a tuo modo.

Storie da leggere una alla volta, magari prima di dormire, perché ci vuol tempo a immergersi negli strani mondi che Antonio ha creato; mondi fatti di chiari colori; acquerelli intrisi di ironia, qualche lacrima, sorrisi e un velo di malinconia.

(Carlo De Poi)

Quasi tutte le mie storie sono partite da dei “doni” che alcune amiche e alcuni amici mi hanno fatto, regalandomi un’immagine, un’emozione, un ricordo. Ho aperto questo dono, ci ho messo il mio sguardo e mi sono sorpreso a vederlo impregnato anche dai miei ricordi, per dire che a volte le vite si assomigliano, si rincorrono e poi magicamente si ritrovano scritte su una pagina, che, letta, fa nascere nel cuore una bella malinconia che ti abita dentro e ti addolcisce l’animo. Buona lettura!

Antonio Catalano